Casteldaccia, conferità cittadinanza onoraria a Don Cosimo Scordato.

Foto Giampiero Guttilla

(Casteldaccia) Conferita la cittadinanza onoraria a Don Cosimo Scordato. È stato per Casteldaccia un grande momento di comunione di pensiero, di storia e di vita. Infatti in un grande abbraccio la comunità casteldaccese si è attorniata ad un uomo che molto ha dato a questa comunità. Egli fu già casteldaccese quando nel 1973 Padre Mariano Lo Coco, arciprete di Casteldaccia, lo volle come cappellano nella sua parrocchia di provincia. In un paese dove il silenzio degli affari agricoli non lasciava emergere le voci delle coscienze, ne tanto meno il Vangelo che continuava ad essere solo parola scritta, che si preferiva dentro le mura della chiesa.
Ma Don Cosimo, all’indomani del Sacrosantum Concilium portava le Parola di Gesù nelle piazze, nelle case e per le famiglie, dando voce ad un coro di coscienze che, aiutate da quella pastorale giovanile, spezzava il silenzio dei poteri forti e negli anni a venire riuscì a divenire quell’evangelizzazione che si prefiggeva di esorcizzare il male che la mafia diffondeva con la forza della sopraffazione e degli omicidi. Testimonianza che rilasciano S.E. Mons.Manzella, con la lettera consegnata al Sindaco Fabio Spatafora, Padre Lo Coco, Padre Stabile, Vito Lo Monaco (Presidente del centro Studi Pio La Torre) e tutta la cittadinanza riunita intorno al cittadino onorario, nella Torre Duca di Salaparuta. Nascono così il gruppo teatrale, la biblioteca, il cineforum, un giornale, una radio, il coro liturgico e soprattutto gioia e letizia contornata da tanta musica.
Il suo operoso servizio si protrae a Casteldaccia fino al ’93, quando diventò Arciprete nella chiesa di San Francesco Saverio, a Palermo nel quartiere dell’Albergheria.
Ma la chiave dell’incontro la mette proprio Padre Cosimo, con un messaggio di speranza alla sua Casteldaccia, affermando che i casteldaccesi sono un popolo speciale, operoso e capace di molti prodigi. Così se questo paese è riuscito a manifestare sdegno contro il malaffare, mostrando il meglio di sé, quando i giornali ne mostravano solo i morti, saprà ancora rialzarsi in questo periodo di crisi, nel quale le industrie chiudono e manca il lavoro, Casteldaccia ritornerà a splendere.

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