NUOVI SCENARI PER “L’UNICA VERA POLITICA COMUNE”

“La Politica agricola comune è una delle politiche storiche, l’unica vera politica comune”. Su questo principio si fonda l’intervento questa mattina in Envi (commissione Ambiente, Sanità pubblica, Sicurezza alimentare) dell’eurodeputato Giovanni La Via (FI\Ppe) relatore per la Pac. Al fine di non snaturarla, per mantenerne, pur nella diversità dei contesti, l’identità e l’anima comune, è “fondamentale dire no ai tagli paventati dai cambiamenti in corso, dalla Brexit al finanziamento di altre politiche dell’Unione. Nel nuovo quadro finanziario – afferma La Via – bisogna che vengano mantenuti gli stessi livelli di finanziamento”. Una Pac capace di affrontare le grandi sfide, che dia risposte ai cambiamenti climatici e ambientali, in linea con una produzione sostenibile, dove i “i giovani siano al centro di un sistema moderno, efficiente, e premiato per i risultati che saprà dare”, sottolinea l’europarlamentare siciliano, che conosce bene i problemi e le difficoltà vissute dagli agricoltori nella sua terra, per fattori  climatici, crisi economica, malattie delle piante e mezzi limitati. “Bisogna che l’Europa dia una risposta seria, forte, a chi nella terra ha investito, mantenendo un principio di compensazione economica equa a quanti sapranno dare un contributo per i servizi ambientali alla comunità”. In questo quadro, secondo La Via bisogna trovare un equilibrio tra flessibilità e omogeneità, rispettando le peculiarità dei 27 Stati, ma evitando uno spezzettamento dato da una eccessiva discrezionalità, prevista dal nuovo modello delineato dalla proposta della commissione, attraverso i piani strategici nazionali.  “La nuova PAC orientata ai risultati necessita di un quadro solido atto a consentire una valutazione e un monitoraggio adeguati dei risultati della politica, rispetto agli obiettivi specifici stabiliti in ciascuno Stato membro.  Secondo questa prassi dovremmo stare molto attenti ad evitare le scappatoie e a garantire così una forte responsabilità per quanto riguarda le spese e i risultati”, dice, a aggiunge, “La proposta prevede anche che gli Stati membri beneficino di un certo livello di flessibilità per i trasferimenti di assegnazioni: fino al 15 % dei pagamenti diretti potrà essere trasferito alla dotazione del FEASR e viceversa, mentre una percentuale più elevata potrà essere trasferita solo dal primo al secondo pilastro per gli interventi con obiettivi ambientali e climatici. Ritengo più efficace  – ha affermato durante la presentazione in commissione l’on. La Via – consentire i trasferimenti solo dal primo al secondo pilastro. È necessario tenere sempre presente- spiega- che la sfida del futuro non sarà solo produrre maggiori quantità di prodotti agricoli sicuri e di alta qualità, ma anche produrre alimenti in modo più efficiente e sostenibile”. In un momento di cambiamenti in atto, con grandi incognite a che sulle risorse a disposizione, definire i dettagli di una politica così complessa e basilare per l’Europa, non è facile, pertanto, ha detto in conclusione La Via, “propongo di posticipare al 2023 l’entrata in vigore della Pac, per consentirne una transizione graduale al nuovo modello”.

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