Ficarazzi, Istituto Comprensivo intitolato al Giudice Rosario Livatino

FICARAZZI – Nei giorni in cui ad Agrigento si celebra il suo ricordo, a Ficarazzi, l’istituto scolastico comprensivo viene intitolato a Rosario Livatino, il giudice ragazzino ucciso dalla mafia all’età di 38 anni la mattina del 21 settembre 1990 mentre si stava recando da Canicattì ad Agrigento per svolgere le proprie funzioni di giudice. L’autorizzazione all’intitolazione dell’istituto comprensivo è stata concessa dal prefetto Antonella De Miro che ha firmato un apposito decreto. La richiesta alla Prefettura era stata inviata dall’Ufficio scolastico regionale della Sicilia, dopo che la Giunta municipale aveva espresso il suo parere favorevole nelle seduta del 6 dicembre dello scorso anno, alla proposta del Consiglio di istituto della scuola, presieduto dal dirigente scolastico Mario Veca. “Questo risultato si deve alla proficua e costante collaborazione tra il dirigente scolastico e l’Amministrazione comunale – dichiara il sindaco Paolo Francesco Martorana – per la nostra Comunità è motivo di orgoglio potere dedicare l’istituto comprensivo a un magistrato, a un uomo dello Stato che ha combattuto ogni forma di criminalità organizzata nell’affermazione dei valori di libertà e di giustizia. Il magistrato Rosario Livatino, sarà per la Comunità di Ficarazzi, il custode dei nostri tesori più preziosi, i nostri bambini, le giovani generazioni che domani riceveranno il testimone delle responsabilità”. La cerimonia ufficiale si svolgerà nel mese di novembre quando la scuola avrà completato il concorso di idee tra tutti gli alunni nella individuazione del logo che caratterizzerà l’Istituto. “Che Livatino fosse un cristiano tutto d’un pezzo è fuor di dubbio – afferma il postulatore nella causa di beatificazione di Rosario Livatino, il vescovo Vincenzo Bertolone – . Nella sua agenda si legge un’invocazione che suona come consacrazione di una vita intera: “Ho prestato giuramento: sono in magistratura. Che Iddio mi accompagni e mi aiuti a rispettare il giuramento e a comportarmi nel modo che l’educazione che i miei genitori mi hanno impartito esige”. Pino Grasso

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