Risocializzazione dei detenuti, ne parliamo con Giuseppe Di Bartolo

Giuseppe Di Bartolo, di Ficarazzi paese in provincia di Palermo è uno studente universitario alla facoltà di giurisprudenza. Ultimamente ha preso parte al progetto “Gli studenti incontrano i detenuti. Dialoghi sulla risocializzazione” organizzato su iniziativa della Camera Penale di Palermo, in collaborazione con l’Università degli Studi di Palermo e con il Garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti della Regione Sicilia. Dalla sua esperienza al Pagliarelli di Palermo ci ha voluto esprimere il suo pensiero in merito alla situazione carceri

“Sono stato per la prima volta all’interno di un carcere da studente universitario di legge . Grazie all’iniziativa “Dialoghi sulla risocializzazione con i detenuti” promossa dalla Camera Penale di Palermo presso la casa Circondariale Pagliarelli.

L’art 27 comma 3 della Costituzione dice “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato” dove per rieducazione si intende il reinserimento sociale.

Questa è la norma fondamentale dell’ ordinamento penitenziario .

Quindi chi ha commesso un reato ha la possibilità di pagare per ciò che ha fatto , intraprendendo un percorso educativo che lo porti al reinserimento nella società , ecco questo è il vero scopo dei centri di reclusione .

Purtroppo non è sempre così , perché tra violenza ,sovraffollamento e trascuratezza  , moltissimi centri di reclusione nel contesto nazionale finiscono per danneggiare ancor di più i detenuti , assumendo così una funzione falsamente rieducativa, e notevolmente punitiva.

Il dialogo è stato molto riflessivo,  i detenuti e  le detenute, hanno sollecitato problematiche di ogni tipo , ad esempio i tempi d’attesa per quel che riguarda la rinnovazione della carta d’ identità, riportando tempistiche di quasi un anno , dalle condizioni sanitarie incredibilmente scarse , sottolineando insieme a molte istituzioni presenti, tra cui il Garante Siciliano dei diritti dei detenuti , il Professor Giovanni Fiandaca e il Presidente del Tribunale di Palermo,  il Dott. Antonio Balsamo , sulle differenze strutturali e funzionali tra i carceri  del Nord e quelli del Sud , addirittura alcuni carceri hanno ancora i wc a vista, ormai vietati , proprio per garantire i diritti sulla personalità facenti capo ad ogni detenuto .

Il dialogo è stato aperto anche alle guardie penitenziarie e alle educatrici del carcere che svolgono un ruolo fondamentale e che hanno appoggiato le problematiche evidenziate dai detenuti, sottolineando anche le loro.

Tante mancanze , soprattutto mancanze affettive dei familiari e in particolar modo dei figli , che diventano elemento di speranza e di motivazione nell’affrontare il proprio regime penitenziario.

Tutto ciò per dire che è corretto che chi sbaglia debba pagare , ma lo Stato , le Istituzioni devono garantire e tutelare i diritti inviolabili dei carcerati ma ancor più in generale i diritti fondamentali appartenenti all’uomo .

Mentre il nostro compito è fondamentale, il compito dei cittadini è quello di abbattere le barriere di pregiudizio che si hanno nei confronti della figura del detenuto e del luogo che è il carcere .

Anche perché chi ha la possibilità di osservare il carcere da un occhio esterno si rende pienamente conto che vi si trovano tutti i strati sociali, laureati, padri, madri, figli, poveri e ricchi.

Ricordando sempre che l’elemento essenziale di uno Stato Democratico, oltre alle libertà  fondamentali ,è proprio quello dell’ importanza delle minoranze.

Giuseppe Di Bartolo ..

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