La nespola di Ficarazzi

Le nespole di Ficarazzi sono un fiore all’occhiello di coloro che ancora lavorano la terra. Una tradizione antica che affonda le radici su un mestiere fatto di prove e di tentativi. Si, infatti, la varietà che si è sviluppata a Ficarazzi è il frutto di un continuo innesto di razze e di esperimenti non sempre ben riusciti.

Nella vicina Trabia le nespole stanno diventando un prodotto di nicchia e un tentativo di tenere in vita un comparto, quello agricolo, che soffre una grave crisi e che sta lentamente scomparendo. Ritornando dalle nostre parti posso solo ricordare le parole dei miei familiari che ricostruivano un po’ la storia della nespola ficarazzese. In particolare era singolare la storia che mi raccontò mio zio Luigi.

Negli anni ottanti un gruppo di agronomi spagnoli volle visitare le nespole della Cannita perché i continui innesti tra agricoltori aveva creato una razza unica che rendeva la nespola un frutto molto delicato ma anche estremamente ricco di dolce succo e con una polpa molto raffinata. La razza ficarazzese è diversa anche dalle altre che ci sono nel circondario. Il gruppo di agronomi spagnoli prelevò dagli alberi di nespolo i rami e mio zio sosteneva che lo sviluppo delle nespole spagnole era dovuto a questo interessamento. Gli spagnoli non riuscirono minimamente ad introdurre la nostra varietà nelle loro terre e la loro produzione deviò verso altre varietà più resistenti e dalla buccia più spessa, appunto la nespola spagnola.

Oggi la nespola di Ficarazzi è solo un frutto da giardino e con un’economia talmente irrisoria da non potere essere presa in considerazione. Coloro che ancora hanno qualche albero di nespolo in campagna hanno, forse, perso la varietà tipica di Ficarazzi e gli innesti nel corso degli anni hanno fatto scomparire la base. I contadini degli anni 80 e 90 avevano riposto grande prospettiva economica ad un frutto che va in maturazione nei primi di maggio in un periodo in cui la frutta fresca è molto scarsa.

Consumare frutta di stagione diventa essenziale per il benessere e, quindi, un frutto di questo periodo poteva dare un’entrata certa ai contadini ma è anche sottoposta a difficoltà climatiche che ne rendono il raccolto un’incognita. Basta un temporale o un forte sbalzo di temperatura o il forte vento del periodo primaverile a distruggere questo delicato frutto primaverile.

Tratto da Ecosicilia.it



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