Diario paesano al tempo del covid di Giuseppe Morreale

Carissimi lettori e amici di Ficarazzi Blog vi riproponiamo l’articolo scritto da Giuseppe Monreale “Sivori” Per il “Settimanale di Bagheria” di Michele Manna…. è estate, agosto, fa caldo, vorrei raccontare molte cose, tante cose successe in questo anno di chiusure e divieti, tra paesi al buio e saracinesche abbassate, in queste ulti me settimane in cui il mondo ritorna ad avere paura, ma il mondo non finirà, né ci ritrove remo in una situazione di anarchia in cui comanderà quello che alle elementari stava all’ultimo banco, non capiva nulla, gridava. per avere ragione, no noi ci siamo, siamo sempre li, da sempre combattiamo con i virus, spesso ci hanno messo in ginocchio, ma noi testardi e furbi, con pazienza ci siamo rialzati e li abbiamo sconfitti.

Abbiamo avuto i lutti, avremo conseguenze economiche che speriamo solo severe e non drammatiche e intanto la vita conti- nua, continua per Giany, factotum dell’American Bar che oltre per l’afa è addolorato per un paese che ha ormai perso la sua identità, le sue tradizioni e vive solo poche ore durante il giomo piombando nel silenzio e nel buio serale, buio serale che scende sul paese da parecchio tempo, per strade e piazze avvolte dalle tenebre, manca la luce, i lampioni sono spenti, atmosfera irreale lungo il Corso che vive la sua estate tragica per il traffico causa- to dai continui lavori per la posa di cavi e condutture per gas o metano, asfalto bollente frantumato, ripristinato e rifrantumato, un “gioco” che mette a dura prova il già fragile equilibrio psico- logico di una comunità provata dal covid, tra polvere e attese in code sotto il sole a 40 gradi prede di semafori, semafori come quelli ormai eterni sul ponte sull’Eleuterio, nella Litoranea per Aspra, paure inesistenti aspettando lavori mai iniziati, soltanto sopralluoghi e chissà se mai sarà riaperto, come chissà quando sarà riaperto il vecchio e glorioso Martinetto, i campetti, l’impianto che aveva sostituito il “vecchio camposanto sconsacrato distrutto, preda di vandali incivili, chiuso e abbandonato. Negli anni 60 i Rokes, complesso inglese cantava in coppia a Sanremo con i Nomadi” ma che colpa abbiamo not” e noi oggi nel 2021 che colpa abbiamo per subire e vivere queste vergogne! Vergogne come gli allagamenti che si verificano ogni qualvolta il Buon Dio fa piovere, paese bloccato, ponti chiusi, fontane d’acqua al bivio per Palermo, Palermo sempre più dentro Ficarazzi, con i palazzi che continuano a nascere nelle aree sopravvissute alle cementificazioni dei tempi passati, tra qualche anno saremo in 20mila, ma il paese non cambia volto, resta quello che è stesse strade e fognature, zero parcheggi e zero impianti sportivi, come il tanto desiderato e sognato campo di calcio che non ha mai visto luce grazie al disinteresse innato nel- l’amministrazione comunale per lo sport e pensare che codesta a.c. plaude alle prodezze del suo figlio” Filippo Fiorelli, ciclista che porta il nome di Ficarazzi sulla ribalta nazionale del Giro d’Italia, ma resta indifferente alle reiterate proteste di Franco Comparetto, rimasto senza palestra, costretto ad emigrare ad Altofonte o Porticello per fare giocare le sue promettenti pallavoliste, e che oggi tenta di non far morire questa nobile disciplina spor tiva allenandole sulla sabbia scura della Crocicchia, grazie anche ai fratelli Lo Cascio. Sono in tanti a continuare a lottare contro l’ostracismo che si ha verso lo sport, come i Monteleone che anche loro erranti sono accolti dalla Bagheria calcistica. Campi inesistenti, piazze vuote ed assolate, qualche pensionato boccheggia su delle pan chine smanciate, anche la Chiesa è chiusa per restauri, come la scalinata del Castello che vede sbriciolare la pietra d’Aspra, come è chiusa, e per sempre salvo miracoli, la bella Villa Merlo che ha vissuto pochi splendidi eventi prima di ricadere nella maledizione di tornare ad essere chiusa e degradata.

E’ pur vero che il covid incombe e la gente teme il ritorno del virus che non è mai andato via, ma non possiamo chiudere tutto e aspettare la fine, infatti Ficarazzi sorride alla riapertura della Chiesa della Madonna del Mare con la Crocicchia che tenta di ritornare agli antichi splendori, anche se le chine del fiume continuano a macchiare un mare già distrutto dalla discarica di Acqua dei Corsari che ha cancellato pesci e flora marittima. Delle campagne abbandonate ne abbiamo già parlato in passato, in paese nascono sempre più attività commerciali, pescherie, pizzerie, forni, almeno ci resta l’incantevole e delizioso “ciavuru degli sfincioni, anche se la sagra per i noti motivi è stata rinviata, ci resta la caparbietà di Michele Manna che col suo Settimanale porta Ficarazzi a Bagheria, mentre il Siciliano di Pippo Compagno raccoglie critiche per la superficialità e l’indifferenza verso la comunità di Ficarazzi chiudendo lo spazio dedicato alle storie sui personaggi del paese; ci resta la bravura di un artista come Salvatore Clemente che con la sua musica porta Ficarazzi in giro per la Sicilia; ci restano i tanti “figli” di Ficarazzi che ritornano per le vacanze, che sperano in un cambiamento ma purtroppo trovano tutto come prima, anche peggio, ma loro malgrado tutto imperterriti tornano; ci resta la speranza che tutto un giorno possa cambiare e lascio fuori dai miei pensieri, dai mici scritti su questo diario improvvisato loro, i politi le loro quasi comiche “tragediature” imposture tradizionali di una terra che di cambiare non ne vuole proprio sapere. Buon Ferragosto e Buona Estate a tutti!

Negli anni 60 i Rokes, complesso inglese cantava in coppia a Sanremo con i Nomadi” ma che colpa abbiamo not” e noi oggi nel 2021 che colpa abbiamo per subire e vivere queste vergogne! Vergogne come gli allagamenti che si verificano ogni qualvolta il Buon Dio fa piovere, paese bloccato, ponti chiusi, fontane d’acqua al bivio per Palermo, Palermo sempre più dentro Ficarazzi, con i palazzi che continuano a nascere nelle aree sopravvissute alle cementificazioni dei tempi passati, tra quali, le loro beghe, le loro alleanze o coalizioni, i tanti voltafaccia, che anno saremo in 20mila, ma il paese non cambia volto, resta quello che è stesse strade e fognature, zero parcheggi e zero impianti sportivi, come il tanto desiderato e sognato campo di calcio che non ha mai visto luce grazie al disinteresse innato nel- l’amministrazione comunale per lo sport e pensare che codestar a.c. plaude alle prodezze del suo figlio” Filippo Fiorelli, ciclista che porta il nome di Ficarazzi sulla ribalta nazionale del Giro

Ah dimenticavo, grazie alle belle serate che ci hanno fatto passare Mancini con i suoi ragazzi e alle emozioni delle Olimpiadi con gli ori di Jacobs e Tamberi su tutti, beh, almeno qualcosa di buono ci è rimasto in questa calda e strana estate!

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