Ponte sulla litoranea, un anno di chiacchiere e promesse a vuoto… L’unica novità la riapertura (fai da te) del transito per biciclette e moto

Qualche giorno fa è stata annunciata la conclusione delle cosiddette prove di carico effettuate sul ponte della litoranea che, come ben tutti sappiano, è chiuso dall’agosto dello scorso anno. Il giorno successivo all’annuncio ci siamo recati sul ponte, non c’era nessuno ed abbiamo effettuato un sopralluogo “visivo” e la sensazione che nulla fosse cambiato negli ultimi mesi l’abbiamo avuta, chiaramente parliamo soltanto di sensazione visto che non siamo proprio esperti del settore. Ci siamo rivolti ad un imprenditore di Aspra, tra i promotori della class action per la richiesta dei danni, e tra le righe abbiamo capito che per la riapertura ci sarà da aspettare ancora un bel po’ e vedendo lo stato del ponte, la ringhiera divelta ed arrugginita, l’asfalto dismesso da buche realizzate per i sondaggi, le caditoie otturate fin dalla nascita del ponte (anni ’60) e lo stato di abbandono che si percepisce, la tanto agognata riapertura non sembra proprio imminente. In redazione abbiamo raccolto tutta la nostra documentazione prodotta sulla chiusura del ponte ed abbiamo ripercorso, attraverso i nostri articoli, le varie tappe relative alla vicenda del ponte sulla litoranea.

Il primo vagito risale al febbraio del 2018 quando l’assessore (oggi ex) Biagio Saverino del comune di Ficarazzi nell’effettuare un sopralluogo presso la foce del fiume Eleuterio per la questione dell’inquinamento si accorse dello stato del “sottoponte” e dichiarò: “A seguito di un mio sopralluogo effettuato presso la foce del fiume per la questione inquinamento, non ho potuto non notare la gravità dello stato di conservazione e di decadenza del ponte e ho chiesto, tramite l’Ufficio Tecnico Comunale di Ficarazzi, di comunicare alla Città Metropolitana di Palermo (ex Provincia) che detiene la competenza, di valutare con grande attenzione la messa in sicurezza dell’opera. “La gravità dello stato di conservazione e la decadenza delle caratteristiche dei materiali per effetto di “fatica” e della vicinanza al mare, impongono che venga valutata con grande attenzione la messa in sicurezza dell’opera che ad oggi sembra goda di scarsa manutenzione” e ancora chiedevo “di disporre gli opportuni accertamenti, e di mettere in atto tutte le azioni possibili per risolvere le criticità che la struttura presenta, individuando e invitando i soggetti competenti e responsabili ad una azione celere di verifica e ove necessario messa in sicurezza, intraprendendo quelle attività tecniche e strutturali necessarie per tutelare l’incolumità dei cittadini che lo attraversano”, allegando le foto che documentavano lo stato del viadotto. L’Ex Provincia rispose che dopo un sopralluogo e la relazione dei tecnici della direzione “Infrastrutture e Viabilità“, sullo stato del viadotto, gli stessi hanno ritenuto necessario per la sicurezza del transito di limitare la velocità a 10 km/hr e di limitare il peso a 5 t. nel tratto interessato (il cosidetto “Burrone Calabrese”) 300 metri circa.

Successivamente al comunicato stampa dell’assessore Saverino un’attivista ha girato un video diventato virale, portando sotto gli occhi di tutti lo stato del ponte.
E l’assessore rispose “Ringrazio Lino Campanella per aver fatto quel video, siamo stati l’esempio di come la politica, in questo caso un amministratore che fa il suo dovere e un cittadino, mosso dal senso civico, siano riusciti a mettere in evidenza “l’emergenza ponte”. Abbiamo, ognuno per la propria parte, “scosso” l’Ex Provincia e l’opinione pubblica”. Qualche giorno dopo la presa di posizione del presidente della circoscrizione di Aspra che si allineava alla stessa dichiarazione di Campanella e comunque il ponte non fu chiuso ma rimase il limite di velocità di 10 km orario (naturalmente non rispettato da nessuno …nemmeno dai pedoni)
14 agosto 2018, crolla il ponte Morandi di Genova, 43 morti e 566 sfollati, il ponte viene immediatamente chiuso.
Dal settimanale di Bagheria n.ro 801: “Ed alla fine il ponte è stato chiuso. Per anni lo stato del ponte sul fiume Eleuterio (famoso per il limite di 10 Km) ha destato preoccupazioni per le crepe e la ruggine visibili sulla parte sottostante delle arcate.
Le perplessità pubblicate sui social network e le prese di posizioni di diverse associazioni hanno attirato a più riprese l’attenzione sul problema della sicurezza del ponte ed alla fine, soprattutto alla luce della tragedia di Genova la decisione è stata presa. “Da qui non passa più nessuno”, ha tuonato Leoluca Orlando e quindi transenne, nastri e la presenza di operatori della provincia regionale di Palermo (che su quel ponte non si vedevano da anni) hanno determinato una chiusura immediata, un inizio dei lavori di ripristino che non si sa quando avverranno ed una riapertura che forse vedranno le nuove generazioni. Intanto le comunità di Ficarazzi ed Aspra si ritrovano divise, lontane e raggiungibili solo percorrendo statale e rettifilo (l’alternativa della via Cotogni è improponibile con il doppio senso di marcia) con un traffico che in questi ultimi giorni si è fatto particolarmente intenso soprattutto nel corso principale di Ficarazzi. Il ponte, costruito nel lontano 1960 assieme all’attuale litoranea, di fatto non è stato mai sottoposto a manutenzione di un certo rilievo.
Anche le caditoie, necessarie per fare defluire l’acqua piovana, non sono mai state manutenzionate tanto che, ad ogni pioggia, puntualmente il ponte si allagava. Oggi non è piu’ percorribile, nemmeno a piedi: c’è un controllo continuo da parte della polizia municipale sia di Ficarazzi che di Bagheria e probabilmente, visto che le transenne vengono sistematicamente spostate verranno posizionati dissuasori in cemento armato per seppellire definitivamente la speranza di una riapertura in tempi brevi anche perché la possibilità, che qualcuno propone, di poter realizzare un percorso alternativo tra le due sponde del fiume è praticamente impossibile.

Dopo nemmeno un mese dalla chiusura del ponte ad Aspra si comincia a percepire un calo consistente di attività commerciale e nel numero 809 del 4 novembre del 2018 il presidente della circoscrizione pubblica questo articolo “Calo di clientela per gli esercizi commerciali di Aspra che rischiano la chiusura. – Lo scorso 25 ottobre il presidente della circoscrizione di Aspra, Andrea Sciortino, ha chiesto ufficialmente un incontro tra i sindaci di Bagheria, Ficarazzi e Palermo per la risoluzione del problema creato dalla chiusura al traffico del ponte sulla litoranea Aspra-Ficarazzi. La chiusura, con inibizione del transito veicolare e pedonale, è intervenuta in seguito a sopralluogo della Direzione della Città Metropolitana e conseguente Determinazione Dirigenziale n° 770 del 29.08.2018. Nella nota Andrea Sciortino evidenzia che “detta litoranea rappresenta l’asse fondamentale che collega Aspra a Palermo e che, a causa della chiusura del ponte, centinaia di cittadini, che svolgono il proprio lavoro nel capoluogo, sono costretti a percorrere molti più chilometri, rispetto a quelli percorsi attraverso il ponte. Inoltre, dal giorno di chiusura del ponte, i commercianti hanno registrato un notevole calo di clientela rischiando anche la chiusura delle loro attività.

Dal canto suo il sindaco di Ficarazzi, che lamenta un incremento notevole del flusso viario nel corso principale del paese, attraverso questo Settimanale ha evidenziato quanto sia stata carente, in sede di sopralluogo, la semplice “perizia visiva”, assolutamente insufficiente a determinare la chiusura del ponte.” Successivamente Aspra e Ficarazzi si sono dichiarati propensi, almeno, al senso unico alternato.
Seguono mesi di silenzio e con l’anno nuovo (2019) si comincia ad interessare la Prefettura di Palermo per dare una scossa ed anche in questo caso è anche il “Settimanale di Bagheria” a rendere pubblica l’iniziativa. “Aspra dallo scorso 29 agosto è di fatto un territorio isolato: le attività commerciali denunciano una crisi spaventosa causata dalla scomparsa dei tantissimi acquirenti, che a seguito, prima della chiusura del ponte e successivamente anche del divieto di accesso alla via Cotogni dalla statale 113, hanno optato per altri siti più facilmente raggiungibili per i loro acquisti. Qualche giorno fa un nutrito gruppo di asprensi, con autorità al seguito, si sono recati presso la sede della Prefettura di Palermo per chiedere un incontro con il Prefetto e studiare una soluzione al fine di ripristinare i collegamenti viari interrotti a causa della chiusura del ponte sulla litoranea che ormai dura da oltre quattro mesi. Dopo una lunga attesa quattro delegati del gruppo asprense sono stati ricevuti dalla segretaria del Prefetto alla quale sono state comunicate le ragioni della protesta. E’ stato contattato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ed alla fine è stato strappato un impegno per una verifica “finalmente strumentale” da programmare tra circa due mesi. Verifica che dovrebbe costare non meno di 70mila euro.

Gerardo Lorenzini, tra i promotori dell’incontro dichiarò: “Questa mattina siamo qui per chiedere una perizia strutturale che ne determini la sicurezza, ed esprimo una certa perplessità sui sopralluoghi effettuati in passato da periti dell’ex Provincia regionale di Palermo che, sembra, abbiano disposto la chiusura del ponte soltanto alla luce di “controlli visivi”, senza nessun intervento tecnico e senza valutare con l’ausilio di personale specializzato e di appositi strumenti di controllo la reale situazione di una struttura costruita negli anni ’60 e chiusa, a detta di tantissime persone, solo per l’effetto emotivo causato dal crollo del ponte Morandi di Genova”. Si seppe che delle perizie più concrete furono effettuate nel frattempo da tecnici privati su richiesta di cittadini asprensi, perizie realizzate con apposite strumentazioni e dai risultati abbastanza positivi sullo stato di salute del ponte che effettivamente necessita di una manutenzione straordinaria ma che possa essere a rischio di crollo è decisamente improbabile. Intanto l’intera economia della frazione marinara continuava a subire le conseguenze di questa incomprensibile chiusura.
“Le scorse festività natalizie – afferma una commerciante presente davanti la Prefettura – hanno fatto registrare un crollo delle vendite, clienti non se ne vedono più mentre le tasse continuano ad arrivare con puntualità, se la situazione non cambia, tra non molto abbasseremo definitivamente le saracinesche”.

Saltiamo altri articoli pubblicati durante il corso di quest’anno ed arriviamo al mese di giugno dove provocatoriamente annunciamo i festeggiamenti per l’anniversario della chiusura del ponte “Ci avviciniamo all’anniversario della chiusura del ponte (agosto 2018) è ci si sta organizzando per l’evento con alcune iniziative, alcune delle quali sono state già state attivate da diverso tempo. La più importante è la “class action” già depositata in tribunale dove diverse decine di commercianti di Aspra hanno deciso di dare mandato all’avvocato Vittorio Fiasconaro per approfondire le cause, ammesse che ce ne siano, che hanno determinato la chiusura del ponte e soprattutto le lungaggini che ne sono seguite. Negli ultimi giorni vengono messe in atto dai tecnici della città metropolitana prove per valutare la pericolosità del ponte, e l’ultima “visita tecnica” risale alla scorsa settimana. Le operazioni sono state seguite dagli amministratori dei due comuni interessati compreso il sindaco di Bagheria Filippo Tripoli e l’assessore Brigida Alaimo.

Abbiamo provato a chiedere che speranze abbiamo per la riapertura e le risposte sono sempre le stesse “aspettiamo gli esiti delle analisi dei prelievi”. Effettivamente il ponte è pieno di fori in seguito alle perforazioni operate al fine di prelevare campioni di cemento, solo che a forza di fare buchi qualcuno comincia a preoccuparsi che il ponte “bucherellato” possa effettivamente diventare pericolante. Di positivo rimarrebbe la consolazione che almeno la chiusura, in questo caso, possa avvenire a seguito di esami reali e non con “rilievi visivi” per come è avvenuto nell’agosto dello scorso anno. Ci sarebbe una via di mezzo che, in questo momento, accontenterebbe tutti e cioè un transito ridotto per mezzi leggeri nella sola corsia centrale con un senso di marcia alternato da un semaforo da “cantiere stradale”.
Una soluzione momentanea che da parecchie persone viene considerata “intelligente” ed è forse per questo che nessuno la mette in atto. Il resto della storia riguarda quello che è successo negli ultimissimi giorni, le solite litanie, le solite promesse le solite comunicazioni vuote buone sole per riempire i commenti dei social network. L’unica cosa concreta che ci sentiamo di poter comunicare in questa circostanza è la riapertura “reale” del ponte alle moto ed alle biciclette con le foto riportate nella prima pagina di questo numero, l’unica cosa concreta che possiamo far sapere in questa circostanza.
Michele Manna

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