Letterina di (buon) Natale… Caro Nino!

Carissimo Nino, ho saputo che per questo Natale non scenderai. Tua sorella ha messo il mutrio e non ci può passari. Passa tutta la giornata al telefono a chiacchierare e a sparrari, non avi risetto. Dice che la colpa è di tua mogliere che è polentona e che qui non ci vuole venire picchi dice che c’è la mafia, per lei qui giriamo ancora con la coppola e la lupara. Lo sai com’è tua sorella, lei voleva fare la riunione di famiglia come in passato e anche picchi quest’anno siamo a casa nuova, abbiamo carriato da poco.

C’è un bello salone, grande, col tavolo che si allunga e finalmente abbiamo una cucina che si possono fare tante cose, altro che due uova fritte! C’è pure una bella vista su che chio Palermo, siamo a due passi dal mare, è come se fossimo in villeggiatura. Ci abbiamo pure l’ascensore e per il trasloco ho sfacchinato come un nivuru solo io, ho portato supra la mobilia, il frigideire e loro pensa- nast Bab pice vano ad appizzare i quadri e a conzare l’albero di quan Natale e il Presepe, con tutte le cose in mezzo ai piedi, mi devi credere mi sono abbiliato assai. Per fortuna adesso è tutto a posto, o quasi. L’altro giorno si è guastato l’ascensore, manco ci abbiamo mettuto i piedi; io Erika, Alex e Alexia abbiamo acchianati a piedi la spesa e tutto il rimanenti che era rimasto a casa di tuo padre, e a proposito di questo Santo cristiano che ha ottant’anni e non poteva acchianare a piedi, aveva il ciatone e lo abbiamo posteggiato a piano terra dal signor Cocuzza, anche lui nuovo vicino e lui ci ha preso confidenza: ha mangiato pure la pasta chi broccoli arriminati, si è scolato mezzo litro di vino rosso e s’è ammuccato pure il panettone, non contento si è messo a taliare la signora Cocuzza in modo curioso che pareva Fantozzi, meno male che tua sorella l’ha fatto sparanzare e l’ha portato sopra, sian mentre il signor Cocuzza gli faceva i complimenti che era ancora tiso, se sapeva chi cosa pinsava u vecchio finiva a schifiu! A piano terra abbiamo fatto l’al- bero di Natale in società, con tute le palle azzurre e i nastri rossi. Davanti al palazzo abbiamo messo un Babbo Natale gonfiabile che fa schifo ai cani ma i picciriddi si divertono, anche se la signora Grasso quando fa manovra con la Panda lo mette sotto. Alexia è stata arruolata alla parrocchia per fare la pastorella nel presepe vivente. Alex invece deve fare u scantatu, sai quel pastorello che nei presepi talia la Cometa con la faccia spirdata. Tua sorella invece farà la Maddalena. E io? Ci dissi a Padre Salvatore: vai a rubare al largo, il bue non lo faccio manco se mi sco- municate! La notte del 24 organizziamo una giocata a tombola, vengono tutti i parenti e i parenti ra zita, viri chi vucciria e povera casa nuova e poi a sentiri puru a to soru! Il giorno di Natale, sveglia verso le due, viene tua sorella Rosalia con Pinò e i picciriddi, mio fratello Vicè viene da solo perché, come tu già sai, si è spartuto con quella specie di fimmina di sua mogliere che manco ci vuole fariri virili i picciriddi. Speriamo che non si mette a gettare picchio mentre siamo a tavola, specie appena vede la pasta a forno perché pensa a come la faceva lei, che faceva bene pure altre cose, e lui era l’ultimo a saperlo… Vuoi sapere che cosa ci ammuccheremo? Bene: antipasto, chiamiamolo italiano, finocchi, arance e aringhe a insalata, pezzi di formaggi, primosale, caciocavallo, parmigiano, fillata, prosciutto e olive, pomodoro siccu, carciofi e funghi sott’olio con sottaceti. Appresso la pasta a forno (Rosalia ci mette pure l’ova bollite, a me pari che viene un po’ pesante, ma in questi giorni facciamo un sacrificio, c’è poi il capretto a forno con le patate e per contorno una bella ruota di salsiccia arrostita, comprata qui in paese, che qui ci sono delle cianche che non sfigurano davanti a quelle del Capo o di Ballarò. Mi devi credere tutto mi sta costando una patamogna di piccioli, ma che vuoi Natale è una volta all’anno, per fortuna, però per tutta la comarca è sempre festa! Però regali io non ne ho ch fatti. Col mutuo per la casa nuova, il regalo lo faccio t’ alla banca: ogni mese. Tua sorella voleva regalata la de lavabiancheria nuova, per ora addubba con quella ap antica, che è un poco arrangitusa e può darsi che na qualche volta ci resta appizzata. Alex vuole il un Nintendo DS, una pley-stescion nuova a tre dimensioni e Alexia fa la guerra per un televisore di quelli d grandi a muro, ma se quello che abbiamo funziona bene e lo abbiamo preso per i Mondiali del 90 perché c sprecare sti soldi? Come avrai capito qui è tutto come prima, ci vuole sempre un portafoglio a violino.. S P Che ti devo dire della città? Al Politeama hanno S messo le lampadine nelle palme che pare un presepe r palestinese. C’è il solito casino in giro, traffico da I impazzire, ma i commercianti dicono che ammettano il fumo con la stanga e che passiano a scimmia. La gente va a accattare tutto ai Centri Commerciali, con le finanziarie, poi si fa a scinnuta in centro e iddi sciusciano… Della politica, qui è sempre un mangia- mangia, in giro le solite facce a fare vedere che il pidocchio ha la tosse, a sentire loro tutto va bene, qui in paese ancora non mi sono addentrato ma dicono che c’è un sindaco che può fari l’attori ma è sempri spirutu, non si vede mai, si vede che è troppo impe- gnato, tu però li sopra stai attento a quelli della Lega che se ti taliano bene ci pari un’extracomunitario e t’assicutano, cerca di sgaddari canticchia… Ma ora ti devo salutare, tua sorella mi chiama che dobbiamo appizzare i quadri, pensa che è convinta che sua cugina Assunta è un’artista, tipo Ricasso, e vuole mettere un suo quadro di una specie di fimmina con il collo lungo tipo un tacchino sopra il divano del salotto, io dico di no! A me pare una Lapa china di tenerumi. Dice che quello che conta è l’interpretazione e solo con l’intepretazione mi posso convincere che questo sarà un Buon Natale, ma in fondo in fondo, acito a parte, stiamo tutti bene, è questo è quello che conta. Stammi bene, non ti sbutriare e pensa a noi. I pensieri non costano niente e in un mondo con la testa nell’aria, sono i regali più commoventi. Tuo affezionatissimo Ciccio

PS Non ti scantare non significa Pubblica Sicurezza, dimenticavo di dirti che lo zio Saruzzu, quello schittazzu, porta i pani ca meusa cavuri cavuri e ce li mangiamo come antipasto dell’antipasto e a zà Ciccina, che ha pigliato la pensione si è tolta una penna di fegato e porterà una cassata di 5 chili, speriamo che basti…

Giuseppe Morreale

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